Il lutto
Durante il corso della vita, prima o poi tutti ci troviamo a confrontarci con la dolorosa esperienza della morte. La perdita di una persona cara rappresenta un’esperienza di forte sofferenza, che porta con sè l’inevitabile presa di coscienza della mortalità dell’essere umano. Quest’enorme ferita innesca un processo di cambiamento che porta a ridefinire la propria esistenza, trovando un nuovo equilibrio.
Che cos’è il lutto?
Il lutto è il sentimento di dolore e sofferenza che si prova a seguito dell’esperienza di perdita di una persona cara. Esso può influenzare diversi aspetti della vita, come i rapporti interpersonali, il lavoro e la salute mentale.
In psicologia con il costrutto di lutto si fa riferimento a tutti i forti sentimenti e stati mentali che scaturiscono da avvenimenti più o meno improvvisi, che generano sofferenza e che hanno un forte impatto psicologico nella vita della persona, determinando un cambiamento in essa.
Questo processo psicologico doloroso può scaturire non solo dopo la morte di una persona cara ma anche a seguito della rottura di una relazione amorosa, della perdita del lavoro, di un trasferimento o di una separazione ecc.. Il processo psicoemotivo che accompagna il lutto è sostanzialmente lo stesso a prescindere dal tipo di perdita subita, purché riguardi un aspetto rilevante della vita.
Ognuno di noi vive quest’esperienza in modo del tutto soggettiva, con sentimenti e atteggiamenti diversi, perché il lutto è unico così come unica è ogni persona.
Definizioni della parola ‘Lutto’
Per capire più a fondo la sofferenza che contraddistingue la perdita di una persona amata è utile fare una distinzione tra i termini:
- Lutto (dal lat. luctus, pianto) fa riferimento sia alle reazioni psicologiche individuali che si sperimentano a causa della perdita di una persona significativa, sia ai rituali collettivi che alle pratiche sociali e pubbliche che vengono svolte nelle diverse culture. Comunemente viene usato per designare il periodo che segue l’evento di morte.
- Cordoglio (dal lat. cordolium, provare dolore) quando parliamo di cordoglio parliamo di dolore, un dolore viscerale riferito alle reazioni della persona alla perdita.
“Dobbiamo pensare a un processo, a un lungo e doloroso passaggio della vita psichica in reazione a un evento drammaticamente doloroso che è la perdita di una persona cara, il cordoglio non è un insieme di sintomi che compaiono dopo una perdita e poi gradatamente svaniscono. Esso coinvolge una successione di stati mentali emotivi, cognitivi, clinici che si fondo e si sostituiscono l’uno con l’altro.” (Onofri, La Rosa, Dantonio, 2015).
Entrambi i termini sono parte integrante del modo in cui la società affronta e si occupa della morte e della perdita ma, solitamente, nella letteratura scientifica sull’argomento il termine lutto assume la duplice valenza.
Il normale processo di elaborazione: le reazioni del lutto
È importante sottolineare che le reazioni che si vivono subito dopo un trauma o un lutto sono molto intense e difficili da comprendere, ma del tutto NORMALI.
L’essere umano è naturalmente predisposto a superare il dolore di una perdita. Esiste un processo fisiologico caratterizzato da diverse reazioni, che tende spontaneamente verso una risoluzione adattiva, per giungere all’accettazione della perdita.
Queste reazioni sono piuttosto articolate e comprendono un’ampia gamma di emozioni, stati mentali, di comportamenti e di reazioni fisiche.
In un momento difficile come la perdita è auspicabile che chi si trova in balia di queste intense reazioni, possa interpretarle come un segnale di “pazzia” o pensare di aver perduto il senno, ma fanno parte del normale processo di adattamento e accettazione della perdita.
Comportamenti come parlare alla persona deceduta, cercare di comunicare con lei rappresentano uno dei tanti modi per affrontare la perdita. Come già detto in precedenza ci sono innumerevoli modi di rispondere al lutto, di seguito verrà riportata una rapida carrellata (senza pretesa di esaustività) delle reazioni emotive, dei processi di pensiero e dei comportamenti più frequenti, del tutto normali, dopo la perdita di una persona amata.
Reazioni emotive alla perdita:
Le reazioni emotive al lutto possono variare ampiamente da persona a persona e possono essere influenzate da una serie di fattori, tra cui la natura del rapporto con la persona che è venuta a mancare, le circostanze della morte, l’età della persona che vive il lutto e il proprio background culturale e sociale. Tuttavia ci sono alcune reazioni emotive comuni che molte persone possono sperimentare durante il processo di lutto:
- La tristezza: è sicuramente il sentimento più comune riscontrato nelle persone in lutto, solitamente è espressa attraverso il pianto. La tristezza ci fa percepire il bisogno di rifugiarsi dentro noi stessi, non si ha l’interesse di frequentare le altre persone, la vita perde il suo entusiasmo e appare grigia. Anche l’interesse per le attività quotidiane si affievolisce.
- La collera o rabbia: può avere diverse origini rispetto al lutto, potrebbe essere provata in reazione all’essere stati abbandonati e al senso di vulnerabilità che ne consegue, o può riflettere il senso di frustrazione derivante dall’impotenza e impossibilità di impedire la morte della persona amata.
- La colpa e l’autoaccusa: sono esperienze abbastanza comuni, ci si può sentire in colpa per avere avuto dei comportamenti poco gentili, per non aver dedicato abbastanza tempo alla persona amata, per non essersi accorti in tempo che stava male, ecc. È comune ripensare a situazioni passate e chiedersi se si sarebbe potuto agire in modo diverso. Spesso è irrazionale e tenderà a diminuire quando si riuscirà a compiere unalisi della realtà. Nei casi in cui si abbia avuto un qualche ruolo effettivo nel causare la morte della persona si parla di colpa reale.
- L’ansia: può mostrasi con diverse intensità e scaturire da diverse fonti, come la paura di prendersi cura di se stessi ora che si è soli e/o la preoccupazione di affrontare la vita senza la persona cara. Inoltre si può provare anche una forte angoscia correlata alla maggiore consapevolezza della propria vulnerabilità e mortalità.
- La nostalgia o struggimento: con questo stato emotivo si indica quella sensazione di forte desiderio per la persona perduta, essa è una normale risposta alla perdita che può esprimersi con la continua ricerca di stimoli (eventi, oggetti ecc.) che riportano nei pensieri la persona che è venuta a mancare per sentire una maggiore vicinanza con essa.
- La solitudine: perdere una persona a cui si era legati intimamente e con cui si condivideva la quotidianità, come il coniuge, comporta provare un forte sentimento di solitudine. Per comprendere meglio questo stato è necessario operare una distinzione tra solitudine sociale e solitudine emotiva (Strobe et al. 1996), il supporto di chi ci sta attorno può alleviare la solitudine sociale ma non quella emotiva dovuta alla rottura di un legame intimo e unico.
- L’Impotenza: quando si perde una persona amata si sperimenta un senso di impotenza e mancanza di controllo che può aumentare la percezione di vulnerabilità e di stress.
- Il Sollievo: non di rado le persone possono sentirsi sollevate dopo la morte di un proprio caro, questo avviene nei casi in cui la persona amata abbia sofferto per una lunga e dolorosa malattia o quando i rapporti con essa non erano buoni, in questo caso si sperimenta anche senso di colpa.
Processi di pensiero
I processi di pensiero che accompagnano il lutto sono molto complessi e differenti tra loro, alcuni di essi si presentano con forza nei momenti immediatamente successivi alla perdita e scompaiono o diminuiscono dopo poco.
- Incredulità: “non è accaduto davvero” ,” non è successo a me ”. Questo tipo di pensiero si mostra subito dopo aver saputo della morte del proprio caro, soprattuto se era inaspettata o improvvisa.
- Confusione: la sensazione di confusione è spesso riportata dalle persone che hanno subito un lutto, si può mostrare con una difficoltà di concentrazione, caoticità dei propri pensieri e problemi di memoria.
- Preoccupazione: pensare intensamente a tutto quello che riguarda il deceduto, alle circostanze della sua morte e/o a un modo per ricongiungersi a lui. Queste si fanno più intense se la persona cara ha sofferto molto.
- Sensazione di presenza della persona deceduta: nei primi momenti della perdita è normale che si possa sentire la presenza fisica della persona amata, la nostalgia può indurre l’individuo ad avere esperienze di illusione come sentirne la voce, il profumo ecc. Si presterà più attenzione a qualsiasi indizio che comunichi la sua presenza.
- Allucinazioni/Dispercezioni: possono essere sia visive che uditive (vedere, sentire il proprio caro), queste sono esperienze transitorie e del tutto comuni tra le persone in lutto.
- Valutazioni negative su se stessi: in questi momenti possono comparire cognizioni negative che hanno come focus la responsabilità, la sicurezza o il controllo. Ci si potrebbe auto-colpevolizzare per non essere stati in grado di impedire la morte del proprio caro, o per non aver fatto abbastanza.
- Difficoltà ad avere ricordi positivi: molte persone riportano l’impossibilità di accedere a ricordi positivi, questo blocco è dovuto al dolore provato che riemerge con impeto e forza quando l’individuo si sforza in modo attivo di accedere a un ricordo positivo.
Sensazioni fisiche
Nel processo di lutto, specialmente nelle fasi acute, si sperimentano diverse sensazioni fisiche che spesso vengono trascurate ma a cui bisogna prestare attenzione, tra queste ritroviamo:
- senso di vuoto allo stomaco
- senso di peso sul petto
- senso di costrizione alla gola
- ipersensibilità ai rumori
- mancanza di energia
- depersonalizzazione /derealizzazione
- debolezza muscolare
- affanno mancanza di respiro
- vari dolori fisici (mal di testa, mal di stomaco …)
- problemi digestivi
- bocca secca
Reazioni comportamentali alla perdita
Diversi comportamenti sono specifici e associati al lutto.
- Disturbi del sonno: questi rappresentano la reazione più comune di stress legata al lutto, possono riguardare sia la difficoltà nella fase di addormentamento sia i risvegli precoci, con conseguenze sulla sua qualità. Questi tendono a risolversi spontaneamente, ma il loro perdurare può richiedere un’intervento più specifico, inoltre l’insonnia può peggiorare i sintomi emotivi del lutto.
- Sognare la persona amata: spesso accade di sognare le persone defunte e può trattarsi di sogni normali o incubi, i temi onirici rappresentano le difficoltà che la persona sta affrontando in questo momento, come la rabbia, la vulnerabilità ecc.
- Pianto: rappresenta l’espressione naturale della tristezza e della sofferenza legata alla perdita e può portare con se il significato di protesta, ricerca o richiesta di aiuto.
- Iperattività: è comune evidenziare un aumento dell’attività motoria, dell’incapacità di restare fermi, si prova una sensazione di irrequietezza.
- Alterazione dell’appetito: questo comportamento si può manifestare con l’aumento o la perdita dell’appetito ma è più comune il comportamento di inappetenza, sono auspicabili delle variazioni del peso corporeo.
- Ritiro sociale: è molto comune sentire il bisogno di isolarsi e ritirarsi dagli altri, anche questo è un fenomeno che si risolve spontaneamente.
- Evitamento: non di rado le persone il lutto tendono a evitare luoghi o cose che riportano alla mente sentimenti dolorosi del periodo immediatamente successivo alla perdita, come il luogo della morte, il cimitero ecc.
- Conservare e portare con sé oggetti del proprio caro: questi comportamenti sono l’opposto di quello di evitamento, e vengono messi in atto con l’intento di sentirsi più vicino alla persona perduta e mantenere un senso di connessione con essa.
Reazioni normali alla perdita
Reazioni fisiche | Reazioni cognitive | Reazioni comportamentali | Reazioni emotive |
---|---|---|---|
Senso di vuoto allo stomaco |
Incredulità | Disturbi del sonno | Tristezza |
Senso di costrizione al petto | Confusione | Sogni riguardanti la persona deceduta | Collera/ rabbia |
Ipersensibilitá hai rumori | Preoccupazione | Pianto-singhiozzo | Colpa e autoaccusa |
Affanno -mancanza di respiro | Sensazione che la persona deceduta sia ancora presente | Iperattivitá | Ansia |
Debolezza e poche energie | Allucinazioni | Alterazione dell’appetito | Nostalgia |
Dolori fisici | Cognizioni negative su se stessi | Facile distraibilità | Impotenza |
Difficoltà ad accedere a ricordi positivi | Evitamento | Sollievo | |
Ritiro sociale | Solitudine | ||
Conservare oggetti del deceduto | |||
Portare con sé oggetti del deceduto |
Le fasi del lutto
Come abbiamo visto finora, dopo che subiamo una perdita nella nostra mente si attiva fisiologicamente un insieme di reazioni che vanno a costituire il processo di accettazione della perdita. Durante questo processo si nota un susseguirsi ed un alternarsi di diversi stati mentali, fisici ed emotivi.
Sono molti gli autori che hanno cercato di evidenziare questi passaggi.
La prima fu Elisabeth Kubler-Ross che, grazie all’esperienza vissuta accanto ai malati terminali, scrisse il suo libro dal titolo “La morte e il morire”, che venne pubblicato nel 1969. In particolare, in questo volume viene presentato, per la prima volta il modello a cinque fasi del lutto, che ha contribuito significativamente alla comprensione del modo in cui le persone affrontano la morte e la perdita.
Le cinque fasi, descritte da Kübler-Ross, sono:
- Shock /diniego: questo stadio è caratterizzato da una reazione di shock e incredulità, esso si manifesta a seguito dell’intenso trauma che si vive nei momenti successivi alla perdita del proprio caro o a seguito di una diagnosi di malattia grave. Il meccanismo di difesa messo in atto in modo inconsapevole porta alla negazione di ciò che è successo. Nonostante la persona sia consapevole dell’accaduto tuttavia non è ancora in grado di accettarlo ,“non è successo davvero!”. Si cerca di minimizzare il dolore devastante della perdita, in modo che, la mente umana abbia “tempo” per non soccombere e accettare in modo graduale le proprie emozioni. Come visto in precedenza in questo stadio si possono vivere delle vere e proprie allucinazioni visive e uditive, che portano ad avere l’impressione che il proprio caro sia ancora in mezzo a noi. Per aiutare una persona che ha subito una perdita, in questo momento iniziale, non bisogna contrastare o sottolineare la mancanza di logica e di realtà delle sue parole ma, piuttosto, dovremmo esprimere la nostra comprensione per lo sconvolgimento e il dolore che sta attraversando.
- Rabbia: Nel momento in cui ci si rende conto della concretezza dell’accaduto e che non possiamo modificare il corso degli eventi si genera un senso di frustrazione e impotenza che provoca un sentimento di rabbia,“perché proprio a me? Cosa ho fatto per meritarmelo?” “non ho fatto tutto il possibile”. La rabbia è indirizzata verso tutto e tutti, in quanto si ha il bisogno di trovare un colpevole a causa del senso di ingiustizia che si prova a fronte di una sofferenza così intensa. Assieme al senso di rabbia si possono provare anche dei sensi di colpa verso se stessi, per non avere fatto tutto il possibile per evitare la sofferenza e la morte del proprio caro. In alcuni casi si prova rabbia anche verso il defunto in quanto ci ha abbandonato. In questa fase di rabbia se si è credenti, si potrebbe iniziare a mettere in dubbio anche la fede verso Dio, chiedendosi “dove sia finito, o perchè non ci ha protetto”. Questa rabbia è una fase necessaria del dolore, ed è giusto incoraggiane l’espressioni sempre nelle modalità consone per non ferire noi stessi e gli altri.
- Contrattazione: In questa fase con l’aumentare della consapevolezza ci rendiamo conto che la nostra vita non sarà più la stessa, che niente sarà come prima e iniziamo a elaborare pensieri sul futuro. Si cerca di riacquisire l’esame di realtà e trovare delle strategie per affrontare il problema, attraverso un tipo di negoziazione con se stessi o un’entità divina. In questa fase si formulano infinite affermazioni del tipo“se..”: “se supero questo momento, non farò più errori”, “se mi restituisci il passato sarò una persona migliore”, con lo scopo illusorio di riportare la propria vita a com’era prima dell’evento.
- Depressione: in questa fase si giunge alla consapevolezza definitiva della perdita, pensando a cosa non si potrà più condividere. La depressione è l’espressione del sentimento di profondo vuoto e dolore che proviamo. Tutto diventa grigio e la tristezza invade lo spazio vitale. Diventa normale non gradire la presenza o la compagnia di altri, perchè le energie ci abbandonano e diventa difficile condividere e parlare di questa disperazione, non percepiamo più la vita come un’opportunità. Come visto in precedenza, il dolore, si esprime anche fisicamente per cui molte delle persone che hanno subito una perdita in questa fase possono manifestare diversi sintomi fisici.
- Accettazione: con il passare del tempo impariamo ad accettare la mancanza della persona amata, si ricostruisce gradualmente un nuovo modo di vivere. Non è una cosa positiva, ma è qualcosa con cui le persone imparano a convivere e si ha un lento rientro sociale ed emotivo nel mondo quotidiano. Si impara a vivere con la perdita, custodendo il dolore. Faccio un passo verso la vita e poi mi ritiro nel mio dolore, si riesce a trascorrere delle giornate piacevoli, ma anche dei giorni tristi. Tornare in contatto con il dolore non significa che si stanno facendo dei passi in dietro o che ci si sta bloccando nell’elaborazione.
Numerosi autori nel corso degli anni hanno proposto diverse varianti delle suddette fasi, modificandone il nome o il numero, ma sostanzialmente rappresentano sempre lo stesso processo di elaborazione che determina un progressivo adattamento psicologico alla perdita. L’elaborazione del lutto, non comporta la fine del legame ma lo sviluppo di un legame diverso con la persona deceduta (Onofri & La Rosa, 2015).
La Kübler-Ross stessa ha sottolineato che queste fasi non devono essere necessariamente affrontate in ordine lineare o in modo completo da tutte le persone in lutto. Il suo modello è stato ampiamente influente nella comunità medica e psicologica e ha contribuito a promuovere una maggiore comprensione e compassione per coloro che affrontano la morte e la perdita. Grazie anche alla nascita della psiconcologia, è ora possibile garantire un intervento su misura per l’assistenza ai pazienti oncologici e alle loro famiglie.