Sindrome di Tourette, i tic nervosi come si affrontano
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Cosa sono i tic?
I tic sono movimenti involontari, senza finalità, veloci, ricorrenti e non ritmici. Si possono manifestare in diverse parti del corpo:
- Scuotere la testa
- Fare smorfie
- Scrollare le spalle
- Ammiccare
- Battere i piedi in modo ripetuto
- Far oscillare ripetutamente le gambe
I tic sono molto frequenti in età evolutiva come condizione temporanea e poi tendono a scomparire autonomamente. In alcune situazioni invece possono perdurare nel tempo cronicizzandosi e portando ad una diagnosi di disturbo da tic.
I tic possono essere complessi o semplici. Sono semplici quando si rivelano in un solo muscolo o in un solo suono. Sono tic complessi quei tic che interessano più suoni o un gruppo di muscoli.
Alcuni esempi di tic complessi possono essere:
- Toccare
- Grattare
- Schioccare le labbra
- Mostrare la lingua
- Buttare baci
Secondo il Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM 5) sono 4 i disturbi da tic:
- Disturbo di Tourette
- Disturbo persistente da tic motori o vocali
- Disturbo transitorio da tic
- Disturbo da tic con alta specificazione o senza specificazione
Cos’è la Sindrome di Tourette?
La Sindrome di Gilles de la Tourette rappresenta un disturbo neurologico costituito da molteplici tic vocali e/o motori. La sintomatologia si manifesta in bambini dai 4 ai 10 anni di età, nella sua forma più grave in bambini dai 10 ai 12 anni. Per poter fare diagnosi è necessario che i sintomi si manifestino prima dei 18 anni di età e per la durata di almeno un anno. Tale sindrome sembra essere più frequente nei maschi piuttosto che nelle femmine.
Sindrome di Tourette: da cosa è dovuta?
Le cause della sindrome di Tourette non sono ancora note. Vengono avanzate ipotesi secondo cui potrebbe essere presente una disfunzione neurologica in alcune specifiche aree del cervello, nello specifico i gangli della base, che sono garanti del controllo dei movimenti del nostro corpo.
Nei soggetti con Sindrome di Tourette si reputa che i tic sono la rappresentazione di un malfunzionamento temporaneo dei gangli della base tale da disturbare i normali processi decisionali.
Ancora oggi non sappiamo il motivo del malfunzionamento dei gangli della base, si ipotizza come causa un eccessivo livello di una sostanza chimica dopamina oppure che i suoi livelli siano adeguati ma che il soggetto con Sindrome di Tourette risulti maggiormente sensibile alla sua azione.
Quali sono i sintomi della Sindorme di Tourette?
I sintomi che si manifestano all’interno di questo quadro, sono tic sia di tipo motorio che vocale, possono essere semplici o complessi.
Nella sindrome di Tourette troviamo anche tic vocali, eccone alcuni esempi:
- Fare rumori
- Sibilare
- Tirare su con il naso
- Schiarirsi la gola
- Tossire
- Ripetere suoni o frasi
- Dire parolacce
- Emettere grugniti
- Mugolare
I tic motori possono essere:
- Toccare
- Fare gesti osceni
- Grattare
- Tirare fuori la lingua
- Mandare baci
Chi presenta la Sindrome di Tourette ha una probabilità più alta di avere altri problemi di natura psicologica come ansia, comportamento ossessivo compulsivo, disturbi del sonno e/o il deficit da attenzione e iperattività.
A volte in tali pazienti sono riscontrati anche problemi nelle funzioni esecutive, nell’attenzione, nella memoria di lavoro, nella capacità di problem solving e nella capacità di pianificazione.
Tali funzioni vanno indagate con test neuropsicologici ad hoc.
Chi fa la diagnosi?
Per poter effettuare una diagnosi di Sindorme di Tourette deve essere presente una storia di sintomi motori e vocali pregressa. Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali per poter effettuare una diagnosi si devono manifestare tic motori e vocali e devono essere considerati altri criteri:
- Età d’esordio (prima dei 18 anni)
- Dall’esordio dei tic si potrebbe verificare un aumento e riduzione o aumento della frequenza dei tic da più di un anno
- Assenza di qualsiasi causa data da altra condizione medica o dall’uso di sostanze
La diagnosi può essere effettuata da uno psicologo o da un neuropsichiatra.
Come aiutare chi ha la sindrome di Tourette?
L’evidenza scientifica suggerisce l’efficacia di due metodi di terapia comportamentale efficaci nel trattamento dei tic. Uno è l’Exposure and Response Prevention e l’altro è l’Habit Reversal Training. La scelta di uno dei due metodi viene suggerita dallo psicoterapeuta sulla base di quanti tic manifesta il bambino.
L’Habit Reversal Training è un trattamento comportamentale caratterizzato da una serie di tecniche che permettono al bambino di diventare consapevole dei propri tic e in fase successiva questo trattamento permette al bambino di poter mettere in atto risposte alternative al tic, quando sopraggiunge l’esigenza di mettere in atto un tic. L’obbiettivo è quello di diminuire in modo progressivo e disinibire i tic. L’efficacia di questo trattamento è percepibile sulla frequenza dei tic, che tendono a diminuire e sulla loro intensità.
L’Exposure with Response Prevention è un’altra tecnica che si basa su un’evidenza scientifica. In questa tecnica il bambino viene esposto ad un periodo di sensazione premonitrice, ovvero l’exposure e gli viene richiesto di resistere al tic (=response prevention) con l’obbiettivo di imparare a tollerare
questa sensazione sgradevole, questo nuova modalità di apprendimento permetterà al bambino di sentire con minore intensità e frequenza l’esigenza di mettere in atto il tic cosìchè la frequenza diminuisca.
In alcuni casi potrebbe essere di supporto la terapia farmacologica, la quale deve essere valutata da un neuropsichiatra.
Anche le tecniche di rilassamento sono considerate utili nella gestione dei tic. Il rilassamento consente di diminuire la tensione muscolare. Il rilassamento muscolare progressivo e la respirazione diaframmatica sono due tecniche di rilassamento usate in questo campo.
L’efficacia delle tecniche di rilassamento dura nel breve termine, quindi è utile essere costanti per un periodo di almeno 10 settimane nel praticare queste tecniche per fare in modo che siano funzionali.
Terapia farmacologica
Se il paziente presenta sintomi ticcosi invalidanti può essere somministrata una terapia farmacologica. Tale scelta dipende dalle valutazioni fatte dal neuropsichiatra di riferimento, il quale valuterà il farmaco d’elezione da somministrare. Prima di iniziare una terapia farmacologica il neuropsichiatra spiegherà gli effetti collaterali al paziente e alla sua famiglia, valuterà la scelta del farmaco dato che ogni persona risponde in modo diverso alla terapia farmacologica. Inoltre spiegherà che l’efficacia del farmaco non è immediata e che a volte è necessario fare dei tentativi per capire quale sia il farmaco più adatto ad ogni paziente.
I farmaci approvati dalla Food and Drug Administration statunitense per il trattamento dei tic sono l’aloperidolo, il pimozide e l’aripiprazolo.
Dott.ssa Alessandra Ciucchi
Bibliografia:
- C. Verdellen, J. Van de Griendt. (2016). I tic nei bambini, programma di intervento cognitivo comportamentale. Trento: Erickson.
- M. Di Pietro, E. Bassi. (2013). L’intervento cognitivo comportamentale per l’età evolutiva. Strumenti di valutazione e tecniche per il trattamento. Trento: Erickson.
- C. Termine, A. E. Cavanna, C. Salvini. (2021). I tic e la sindrome di Tourette. Dalla pratica clinica alla gestione quotidiana a scuola. Firenze: Hografe.